La riduzione delle cicatrici offre un risultato stabile e duraturo nel tempo, a seconda, ovviamente, di fattori locali e generali che possono influenzare la formazione della nuova cicatrice. Con il termine cicatrice si intende il risultato finale del processo di riparazione che il nostro organismo mette in atto a seguito di un evento traumatico che interrompa la continuità della cute stessa. Il processo di cicatrizzazione inizia immediatamente dopo un evento traumatico spontaneo o accidentale e prevede diverse fasi. Nella prima fase, definita emostatica, l’organismo rilascia tutti quei fattori e proteine che servono a limitare il danno e la perdita di sangue. Successivamente si passa alla fase infiammatoria in cui l’organismo rilascia cellule e mediatori che promuovono attraverso l’infiammazione la detersione della ferita stessa. Dopo 48-72 ore dal trauma prende il via la fase proliferativa in cui iniziano a rigenerarsi le cellule cutanee e sottocutanee e si ha la restitutio ad integrum della cute precedentemente lesionata. Al termine di quest’ultima fase si osserverà una cicatrice arrossata e infiammata. Si assisterà infine alla fase di maturazione, che può durare anche diversi mesi e che permetterà di osservare una cicatrice definitiva bianca, liscia e priva di annessi cutanei. I fattori che influenzano la cicatrizzazione e che possono condurre a una cicatrizzazione patologica sono distinti in locali e generali.
- I fattori locali sono: alterazioni nella irrorazione sanguigna, presenza di ferite non deterse o di raccolte ematiche e sierose, presenza di alterazioni o affezioni cutanee, sede e orientamento della lesione.
- I fattori generali sono: fumo di sigaretta, patologie sistemiche come il diabete o le connettiviti, età (cicatrizzazione più lenta nei soggetti anziani), predisposizione genetica ai cheloidi, carnagione scura.
Le cicatrici patologiche possono essere distinte in: cicatrici ipertrofiche, cheloidi, cicatrici retraenti ed atrofiche. La differenza tra cicatrice ipertrofica e cheloide risiede nella tendenza del cheloide a estendersi nei tessuti circostanti la cicatrice e cioè ben oltre i limiti della cicatrice stessa.
PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO
I trattamenti che consentono di correggere una cicatrice patologica possono essere distinti in terapie mediche e trattamenti chirurgici. Durante la visita preoperatoria sarà compito del chirurgo valutare, insieme al paziente, la qualità della cicatrice, la sua localizzazione e il tempo trascorso dalla sua insorgenza. Bisognerà inoltre valutare se coesistano fattori che possano influenzare in modo negativo la formazione della nuova cicatrice, così da scegliere il trattamento più adeguato per ogni singolo paziente. Sempre in occasione della visita preoperatoria saranno eseguite le fotografie. È bene ricordare che l’assunzione di farmaci antinfiammatori e anticoagulanti va sospesa almeno due settimane prima dell’intervento, per ridurre il rischio di sanguinamento postoperatorio al minimo.
ridurre i segni delle cicatrici
Le terapie mediche che vengono intraprese precocemente in caso di sospetto di cicatrice ipertrofica o di predisposizione genetica del paziente a sviluppare cheloidi consistono principalmente in:
– Massoterapia per ridurre la vascolarizzazione della cicatrice.
– Applicazioni di creme a base di silicone;
– Applicazione di lamine di silicone che attraverso un’azione compressiva, riducono la vascolarizzazione della cicatrice patologica;
– Iniezione locale di cortisonici per ridurre lo stato infiammatorio di una cicatrice patologica;
– Laserterapia, si impiega per ridurre la vascolarizzazione di cicatrici cutanee ipertrofiche.
trattamenti chirurgici
I trattamenti chirurgici per le cicatrici vengono intrapresi in caso di insuccesso delle terapie mediche e sono differenti a seconda del tipo di cicatrice da trattare.
- Cicatrice Retraente: Le cicatrici retraenti possono essere corrette con due diverse tecniche chirurgiche: l’escissione della cicatrice che verrà rifatta, oppure, nel caso in cui la cicatrice determini un’alterazione estetica di alcune unità estetiche del volto o determini limitazione per alcuni movimenti (cicatrici sugli arti), si eseguiranno delle plastiche a Z per allungare e scomporre la cicatrice e ridurre le briglie retraenti, responsabili del deficit estetico o funzionale.
- Cicatrice Atrofica: Le cicatrici atrofiche possono essere corrette mediante innesto di tessuto adiposo autologo (lipofilling). Questa tecnica prevede il prelievo in differenti aree corporee (addome cosce, fianchi, ginocchia) di tessuto adiposo che sarà poi centrifugato o semplicemente lavato con soluzione fisiologica, in modo da separare la componente oleosa, che verrà scartata, da quella stromale e cellulare che invece sarà utilizzata per il reinnesto.
Il tessuto adiposo così ottenuto verrà reinnestato in un piano profondo alla cicatrice cutanea riempiendola e riducendone l’atrofia. - Cicatrice Cheloidea: Le correzione di cicatrici cheloidee rappresenta una vera sfida per il chirurgo plastico a causa dell’elevata tendenza che queste cicatrici hanno alla recidiva. L’escissione intralesionale del cheloide associato alla radioterapia locale (brachiterapia), rappresenta senza dubbio il trattamento di scelta per la loro correzione.
Gli interventi di Riduzione delle Cicatrici vengono eseguiti dal nostro Chirurgo Plastico. Per ottenere un appuntamento per la valutazione dell’intervento contattare i numeri:
- Fisso: 0761347138
- Mobile: 392/9594263
- WhatsApp: 392/9594263
N.B.: L’intervento chirurgico è eseguito presso strutture partner della Domus Mulieris e accordate appositamente con il paziente.
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